Una vita a noleggio: dal possesso al permesso (ma se fai il buono e se e come lo decidiamo noi)
ATTENZIONE: adesso non si parla (solo) di musica e cinema, tutt'altro, si parla del tuo futuro ed è una scelta di campo, decidere da che parte stare. E' una scelta importantissima da fare già oggi. Piantiamola di credere che accadrà quello che dovrà accadere, e che non possiamo fare nulla. Accadrà quello che tu ed il numero maggiore possibile di esseri umani come te, consapevoli ed informati, decideranno accada.
Dalla casa all’auto, dal software ai libri, dalla musica ai film: il baricentro si sposta dal possesso all’uso, mediato da piattaforme e canoni ricorrenti. Non è un semplice cambio di modello di business: è una trasformazione antropologica che tocca diritti, memoria, identità sociale e perfino il modo in cui paghiamo.
Indice
Abstract
L’economia dell’accesso porta comodità e aggiornabilità, ma sposta potere e diritti verso gestori globali, crea rendite e rischia classi di accesso. Senza correttivi, potremmo entrare in un ordine sociale dove “non possediamo più nulla” e lo status dipende dalla capacità di pagare e mantenere conformità alle policy delle piattaforme e dei processori di pagamento.
Prologo: una scena quotidiana
È sera. Vuoi riascoltare un album “che avevi comprato in digitale”. Apri l’app: non c’è più, diritti scaduti. Provi col film salvato nella tua “libreria” online: rimosso dal catalogo. L’auto ti segnala un aggiornamento: il riscaldamento sedili richiede un pacchetto premium mensile. Provi a pagare con lo smartphone, ma il wallet chiede verifica aggiuntiva e per oggi blocca l’operazione. Hai pagato per accedere, non per possedere.
Micro-callout: la comodità dell’accesso è reale; la stabilità nel tempo lo è molto meno.
1) Genealogia del possesso
Il possesso non è solo economico: è un dispositivo culturale che struttura memoria, relazioni, responsabilità. La proprietà privata incorpora facoltà come prestare, rivendere, trasformare un bene. La digitalizzazione sposta il perimetro: ciò che era oggetto diventa diritto d’uso su file e funzioni.
2) Dal possesso all’accesso
Dalla fine anni ’90 si normalizzano licenze software, store digitali per musica e libri, poi streaming. In parallelo, abbonamenti entrano nei beni tangibili (auto, domotica). È la servitizzazione: il valore migra dall’oggetto alla rete che lo abilita. Impatti: rischio economico sul cliente, revocabilità dell’accesso, dipendenza da infrastrutture private.
Micro-callout: se il valore è nella rete, chi controlla la rete controlla te.
3) Tipologie di accesso
- Licenze digitali (ebook, musica, software): trasferibilità limitata, possibili revoche, territori.
- Abbonamenti a catalogo (audio/video): selezione mutevole, qualità e disponibilità variabili.
- Funzioni on-demand su beni fisici: hardware già presente ma “chiuso” da paywall software.
- Mobilità come servizio (car/bike sharing): meno immobilizzo, più dipendenza da orari e policy.
- Spazi/strumenti a canone (coworking, storage): entry cost basso, lock-in contrattuali possibili.
4) Sei casi studio
- Libri digitali: opere rimosse da “librerie” online per fine diritti; l’utente scopre di avere una licenza, non una copia.
- Musica: album acquistati in store che diventano non scaricabili; streaming con versioni diverse o assenti.
- Video: cataloghi ritirati da piattaforme “di acquisto” per scadenza accordi; rimane un credito, non il titolo.
- Auto: optional bloccati dietro canone; sensazione di “affitto perpetuo” di funzioni hardware già presenti.
- Casa smart: serrature/termostati gestiti da cloud; se il servizio cessa o cambia policy, l’utente perde controllo.
- Pagamenti: wallet e gateway possono imporre limiti, blocchi o offboarding, impattando l’accesso economico.
Micro-callout: quando tutto è “servizio”, tutto può essere spento.
5) Piattaforme, rendite e asimmetrie
- Effetti di rete: più utenti → più valore → barriere all’uscita.
- Lock-in: DRM, clausole, ecosistemi chiusi rendono costosa la migrazione.
- Rendite: il canone stabilizza ricavi e crea ruoli da gatekeeper.
Risultato: la “scelta” del cliente è incorniciata dall’asimmetria informativa e contrattuale. L’innovazione diventa gestione di accessi più che produzione di beni migliori.
6) Quando anche il denaro diventa servizio
Con il calo del contante e l’ascesa di wallet e carte, pagare diventa un servizio. Vantaggi: comodità, tracciabilità. Rischi: dipendenza dai gestori, blocchi, offboarding, profilazione. Se il pagamento è un servizio, l’accesso al denaro diventa “a disposizione” del circuito, non pienamente nostro.
Domanda chiave: chi decide chi può pagare cosa, quando e a quali condizioni?
7) Identità “a canone”
Lo status sociale tende a misurarsi in profili di abbonamento: livelli pro, 4K, add-on premium. Emergono tre strati:
- Premium: massima qualità, minime frizioni.
- Base: servizi essenziali, downgrade, pubblicità.
- Esclusi: fuori dai servizi per costi o policy.
8) Perché possedere conta
Gli oggetti posseduti sono fari biografici: accumulano segni, note, riparazioni. Favoriscono mercati secondari (prestito, usato, dono) e autonomia. L’accesso “a flusso” esternalizza memoria e controllo; i diritti secondari si assottigliano.
Micro-callout: possiedi ciò che riguarda memoria, lavoro, formazione. Abbonati al resto.
9) Benefici reali (e limiti)
- Inclusione d’ingresso: costi iniziali bassi. Limite: costo cumulato e dipendenza.
- Aggiornabilità: funzioni “over the air”. Limite: cambi unilaterali e downgrade.
- Efficienza: meno sprechi, più condivisione. Limite: governance privatistica della scarsità.
- Scalabilità: crescita modulare. Limite: lock-in e alti costi d’uscita.
La domanda non è “accesso sì/no”: è “a quali condizioni” e con quali diritti minimi.
Accesso vs Possesso — Pro & Contro
| Dimensione | Accesso (abbonamento) | Possesso (copia/oggetto) |
|---|---|---|
| Costo iniziale | Basso (Pro) | Medio/alto (Contro) |
| Costo nel tempo | Ricorrente; può superare l’acquisto (Contro) | Una tantum; restano cura e spazio (Pro) |
| Qualità tecnica | Variabile, dipende dal servizio (Contro) | Controllabile per edizione/master (Pro) |
| Diritti d’uso | Licenza revocabile (Contro) | Prestito, rivendita, dono (Pro) |
| Dipendenza da terzi | Alta: DRM, policy (Contro) | Bassa: uso locale/offline (Pro) |
| Longevità/valore | Nessun valore di rivendita (Contro) | Rivalutazioni possibili (Pro) |
| Interoperabilità | Ecosistemi chiusi (Contro) | Libertà d’uso maggiore (Pro) |
| Resilienza pagamenti | Richiede rinnovi (Contro) | Una volta e basta (Pro) |
| Impatto ambientale | Meno oggetti ma data center (Trade-off) | Materiali/trasporto ma lunga vita (Trade-off) |
| Inclusione | Ingresso facile; rischio esclusione (Dipende) | Ingresso caro; uso garantito (Dipende) |
Prima/Dopo — Vita con possesso mirato vs tutti abbonamenti
Prima: possesso mirato
- Biblioteca personale “essenziale” (libri chiave, vinili/4K di riferimento).
- Strumenti di lavoro con licenze stabili o copie locali.
- Spesa mensile in canoni sotto un tetto prestabilito.
- Pagamenti diversificati (incluso contante) per resilienza.
Dopo: tutti abbonamenti
- Librerie digitali soggette a rimozioni e cambi di qualità.
- Strumenti critici vincolati a canoni e policy.
- Spesa mensile frammentata e crescente (add-on, upgrade).
- Pagamento dipendente da gateway e wallet di terzi.
Micro-callout: l’obiettivo non è accumulare, ma selezionare cosa possedere per restare autonomi.
10) Il conto vero: TCO contro Abbonamento
TCO (Total Cost of Ownership) = prezzo iniziale + manutenzione + spazio/tempo – valore residuo.
Abbonamento = canone mensile × mesi + extra (upgrade, add-on) + rischio di perdita accesso.
Esempio A — Album fondamentale
- Fisico: vinile di qualità 35€, valore residuo 20€ → TCO netto 15€.
- Streaming: 12€/mese; in 24 mesi 288€.
Esempio B — Strumento di lavoro
- Licenza perpetua: 240€ + upgrade biennale 120€ → 360€ in 4 anni.
- SaaS: 20€/mese → 960€ in 4 anni.
Micro-callout: per ciò che usi spesso e a lungo, il possesso tende a vincere entro 12–36 mesi.
Calcolatore TCO (tabella editabile)
Modifica le celle con i tuoi numeri per confrontare possesso e abbonamento.
| Voce | Possesso (€/valori) | Abbonamento (€/valori) |
|---|---|---|
| Prezzo iniziale / Canone mensile | es. 240 | es. 20 |
| Durata (mesi) | es. 48 | es. 48 |
| Upgrade/manutenzione tot. | es. 120 | es. 180 (add-on/upgrade) |
| Valore residuo (solo possesso) | es. 80 | — |
| TCO / Spesa totale | =(Prezzo + Upgrade – Valore residuo) | =(Canone × Durata + Extra) |
| Note | Qualità, rivendibilità, libertà d’uso | Rischio revoca, variazioni qualità |
Micro-callout: aggiungi una riga “rischio perdita accesso” nel totale dell’abbonamento se il servizio è instabile.
11) Obiezioni & risposte
“Con l’accesso ho tutto subito.”
Vero per la disponibilità media, non per quel titolo nel tempo. La disponibilità è condizionata da cataloghi e licenze.
“Il fisico occupa spazio.”
Sì: per questo va selezionato. Possiedi ciò che riguarda memoria, lavoro, formazione; abbonati per il resto.
“Il canone costa poco.”
Pochissimo al mese, ma somma su 24–36 mesi e confronta col valore residuo del possesso.
“Il digitale è più ecologico.”
Dipende da uso, durata e infrastruttura. Il fisico a lunga vita + mercato dell’usato può essere competitivo.
12) Tre scenari a 5–10 anni
A) Normalizzazione a canone
Accesso default, contante marginale, diritti utente minimi. Rischio: cittadinanza economica condizionata.
B) Correzione di rotta
Standard su portabilità, uso offline, trasparenza DRM; pluralità dei pagamenti. Equilibrio tra comodità e autonomia.
C) Ritorno selettivo al possesso
In cultura, lavoro critico e archivi cresce la domanda di copie locali e hardware aperto. Doppio binario: accesso per il consumo, possesso per ciò che conta.
13) Bussola normativa
- Diritti minimi nelle licenze: trasferibilità (anche limitata), uso offline garantito, trasparenza su revoche.
- Interoperabilità e portabilità tra servizi; formati e metadati aperti.
- Trasparenza algoritmica su pricing/accessi; tutele anti-discriminazione.
- Resilienza dei pagamenti: più canali (incluso contante) e procedure eque contro blocchi/offboarding.
- Pluralità infrastrutturale: biblioteche digitali con diritti chiari, reti locali, cooperazione pubblico-comunitaria.
14) Cosa fare subito
Per individui
- Seleziona cosa possedere: libri, dischi, strumenti e contenuti critici per identità e lavoro.
- Calcola il TCO prima di abbonarti; poni un tetto ai canoni ricorrenti.
- Archivia localmente quando le condizioni lo consentono; conserva copie fisiche.
- Diversifica fornitori e metodi di pagamento; evita il lock-in totale.
- Coltiva mercati secondari: usato, prestito, dono.
Per comunità/istituzioni
- Carte dei diritti digitali dell’utente per biblioteche/archivi.
- Acquisto di copie locali e infrastrutture di conservazione.
- Educazione a licenze e TCO nelle scuole e nei centri culturali.
Micro-callout: la regola d’oro — abbonati alla comodità, possiedi ciò che riguarda memoria, lavoro, formazione.
Conclusioni
L’accesso è potente e utile; ma senza diritti incorporati trasforma libertà in permessi e cittadini in clienti a rinnovo. La via non è rifiutare la rete: è negoziare standard, rafforzare pluralismo e scegliere con lucidità cosa tenere e cosa affittare. Qui si gioca una parte della nostra autonomia culturale ed economica.
Riferimenti essenziali
- Jeremy Rifkin, The Age of Access.
- Aaron Perzanowski & Jason Schultz, The End of Ownership.
- Nick Srnicek, Platform Capitalism.
- Shoshana Zuboff, The Age of Surveillance Capitalism.
- Brett Christophers, Rentier Capitalism.
- Brett Scott, Cloudmoney.
- Casi discussi: rimozioni da librerie digitali “acquistate”; cataloghi video ritirati; funzioni auto a canone; declino del contante e ascesa dei wallet.